Una stanza piena di gente di Daniel Keyes

 

Post pubblicato su @labibliotecaerrante il 29 novembre 2021

“Una stanza piena di gente” di Daniel Keyes
Editore:
Nord
Pagine: 544

Trigger Warning: il libro è un true crime, è la storia vera di un uomo che ha commesso reati di stampo sessuale. Nel libro c’è quindi menzione di questi reati e di altri, anche se non in maniera grafica.

Non conoscevo la storia di Billy Milligan, non ne avevo sentito parlare, e inizialmente non sapevo neanche che Una stanza piena di gente fosse praticamente una biografia. Credevo che da un episodio reale si fosse romanzata la storia per renderla appetibile al pubblico e in primis all’editore, e mi sbagliavo.
Su internet c’è tutto, i processi, la storia di Milligan. È lì, è stata una persona reale, quella narrata da Keyes è la ricostruzione di fatti reali o di fatti presumibilmente reali raccontati da Milligan stesso che ha contribuito alla stesura del libro assieme alle sue numerose personalità, ed è sempre difficile giudicare un libro che tratta di argomenti complessi e sgradevoli.

Posso dire che la scrittura è estremamente scorrevole, che la ricostruzione fatta da Keyes fila liscia nonostante i numerosissimi nomi da associare ad altrettante persone o personalità, ed è scritto talmente bene che a tratti sembra quasi di presente alle vicende trattate. Proprio per questo, però, questo libro è brutale come le violenze di cui parla.
Il disturbo dissociativo di personalità è veramente la punta dell’iceberg degli argomenti che potrebbero turbare; tra le numerose personalità con cui si viene a contatto, c’è una storia di violenze e soprusi subiti e operati ai danni degli altri.

È una lettura che consiglierei? Sì, se si ha pelo sullo stomaco o se si riesce a non farsi risucchiare troppo da quel che si legge, sicuramente questa storia è interessante. È tanto interessante che, a suo tempo, ha fatto parecchio scalpore negli Stati Uniti.
È un libro che costringe il lettore ad una posizione molto scomoda, quella di essere nella testa non solo di una persona che ne è 24, ma soprattutto di una persona che effettivamente ha subito e commesso crimini, e tutte e tre queste posizioni sono difficili. Il confine tra giusto e sbagliato, tra compassione e biasimo si assottiglia di frequente.

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