Tutte feriscono, l'ultima uccide di Laura Costantini e Loredana Falcone

 

“Tutte feriscono, l’ultima uccide” di Laura Costantini e Loredana Falcone
Editore:
Il vento antico
Pagine:
219

“Si pasteggiò sulla lingua il titolo d’apertura del Tevere: “Sacrificati”. Perchè di sacrifici si trattava. Esisteva a Roma, da qualche tempo, una corrente sotterranea. Non se ne parlava. Le sette sataniche facevano più scena. Ma i movimenti neopagani erano una realtà.”


Monica è alla ricerca di suo padre, allontanatosi ormai da anni, che lei crede sia un senzatetto di Roma – per questo si è trasferita nella capitale e lavora incessantemente in un centro che offre pasti caldi ai clochard.
Attilio è un ragazzo di buona famiglia, figlio di un gioielliere di Roma, impegnato a cercare di riportare nella capitale la grandezza e il libero pensiero della Roma Repubblicana grazie all’associazione culturale “Brigata Coclide”.
Nemo Rossini è un giornalista della rivista “Tevere” che ne ha viste già molte ed è sempre pronto a gettarsi su quanto accade nella capitale.
Quirino Vergassola è un maresciallo dell’Arma che ha smesso di fumare da poco.
Le storie di questi quattro personaggi si incrociano quando dal Tevere iniziano a riaffiorare cadaveri. Cadaveri di senzatetto, tutti marchiati a fuoco con tre o quattro lettere massimo, tutti sotto effetto di assenzio e tutti morti dopo aver ingerito la mola salsa, una focaccia sacra usata in riti religiosi nell’antica Roma.
Nessuno sembra avere idea di chi sia dietro queste morti, finché nei pressi di alcuni dei ponti di Roma non vengono trovati dei dipinti che sembrano lasciare qualche indizio.
Qualcuno ha visto i senzatetto buttarsi nel Tevere, qualcuno è un testimone silenzioso nell’ombra della capitale.

Non mentirò, questo libro mi ha attirato in primis per il suo legame con Roma e con la Roma antica:
il culto di Vesta, le citazioni a riti ormai caduti in disuso da millenni… chi mi conosce sa che dico sempre di essere nata “al termine dei Saturnalia”. Quindi già qui si iniziava bene.
Poi mi piacciono i thriller e questo è uno di quei thriller costruiti bene – la trama è avvincente, i personaggi ben costruiti, l’alternanza da un POV all’altro non causa mal di testa e smarrimento, e tutto sembra cadere al suo posto come un puzzle ben fatto. Magari non un puzzle complicatissimo, visto che ho capito chi fosse uno dei colpevoli prima del colpo di scena, ma comunque ben costruito nel senso che non si cerca il facile plot twist dicendo “ah sì, il colpevole è un passante x mai visto o nominato prima messo lì giusto per”.
Come detto, i personaggi sono ben costruiti e nessuno dei loro botta e risposta è mai risultato forzato o artificioso: ognuno dei protagonisti e dei coprotagonisti ha una sua caratterizzazione, dei suoi fini, e quindi delle motivazioni per fare ciò che fa. Possono piacere o no, ma ci sono ed è importantissimo.
L’unico problema, per me, è stato l’epilogo – proprio l’ultimissimo capitolo di chiusura che mi è sembrato un pochino troppo affrettato. Carino nell’impostazione, ma per gusto personale mi sarebbe forse piaciuto rivedere anche altri dei protagonisti.
Alla fine di tutto, comunque, consiglio questo romanzo a chiunque sia amante dei thriller e spero di leggere in futuro altre indagini di Vergassola e del giornalista Nemo Rossini, mi sono affezionata a quei due (ah sì, odio Claudio con tutta la mia anima).

Ringrazio @terlizzibooks per la segnalazione e la copia digitale del libro

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