Rosa stacca la spina di Igor Nogarotto

 

“Rosa stacca la spina” di Igor Nogarotto
Editore:
Edizioni Effedì
Pagine: 182

A distanza di anni dalla fine della loro relazione, i protagonisti del libro si ritrovano in un’occasione tutt’altro che felice: Rosa è gravemente malata, è terminale, e Igor va a trovarla in ospedale.
Di qui, la narrazione – tutt’altro che lineare – si muove su due diversi binari temporali: da una parte c’è il presente in ospedale, questa reunion tra Igor e Rosa; dall’altra vari flashback che danno al lettore tessere del puzzle della relazione passata dei protagonisti. Queste tessere non ci vengono però presentate con un filo temporale preciso: ci sono balzi in avanti e indietro nella relazione.

Rosa stacca la spina è stata una lettura ibrida per molti versi.
A tratti narrazione, a tratti flusso di coscienza di Igor, e alle volte lunghissima dedica d’amore del protagonista maschile nei confronti della protagonista femminile, questo libro alterna episodi di vita della coppia (angoli di vita quotidiana, occasioni speciali, ritualità cementate nella frequentazione o pietre miliari della relazione come la decisione di convivere) a veri e propri discorsi a cuore aperto sulla natura stessa dell’amore, del sentimento che ha unito – e che per certi versi ancora unisce – Igor e Rosa.
Ci sono momenti, nella narrazione, in cui questa assume tinte appena erotiche – ma non è mai qualcosa di forzato o volgare, anzi. Non si parla di scene di sesso fini a loro stesse, ma sono sprazzi nell’intimità della coppia in questione, intimità che raggiunge un possibile coronamento anche nel fare l’amore.
Quindi, a parte lo stile, perché questa è stata una lettura ibrida?
Perché, oltre alla questione amorosa/romantica, nel libro si tratta anche della perdita e di come si sopravvive ad essa e, in misura minore, di eutanasia.
Non è un libro romance, non è un diario, non è un trattato sul sentimento...è un racconto umano, sfaccettato come è l’esperienza umana.

Il risultato di tutto questo è un’esperienza di lettura molto intima, in cui ci si sente parte della storia raccontata un po’ come se il lettore fosse veramente a braccetto con i due protagonisti, sia durante la loro conoscenza e la loro frequentazione, sia in stanza di ospedale. Ci si affeziona non solo al racconto ma anche ai protagonisti, e la fine – che non spoilererò, anche se non è uno di quei libri che si legge per il finale, ma per il piacere di leggere e di tuffarsi in una storia – lascia un retrogusto dolce amaro che rimane con il lettore anche dopo la parola fine.

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