Non ci sono solo le arance di Jeanette Winterson

 

"Non ci sono solo le arance" di Jeanette Winterson
Editore:
Mondadori
Pagine:
210


Romanzo semi autobiografico pubblicato nel 1985 e arrivato in Italia nel 1999, “Non ci sono solo le arance” ha come protagonista Jeanette – una bambina adottata da una famiglia di evangelisti pentecostali nella provincia inglese.
Il padre adottivo è un personaggio talmente secondario che viene citato ben poche volte, mentre la madre adottiva di Jeanette risulta un personaggio centrale nella formazione della bambina; tra messe, catechismi, riunioni della comunità e racconti sulle vicende bibliche e sulla vita dei missionari in Africa, Jeanette sviluppa una sorta di vocazione avvallata anche dagli entusiasmi materni. Vuole diventare anche lei missionaria, si sente scelta da Dio.
Questo finché, in adolescenza, Jeanette non scopre di amare le donne e come questa sua particolarità sia malvista dalla comunità a cui pensava di appartenere.
Il conflitto con la madre e con la comunità religiosa divampa, fino ad arrivare all’esorcismo di Jeanette e della sua ragazza – quest’ultima rinnega la relazione, si sposa con un uomo e in seguito fa figli – e all’allontanamento di Jeanette dalla comunità.

Non so come mai (forse perché non sono cresciuta in una famiglia religiosa e omofoba) questo romanzo non mi ha molto colpito. Leggerlo è stato sicuramente un’esperienza – si può sentire il conflitto interiore di Jeanette nel sentirsi etichettare come “sbagliata” quando lei non si sente affatto tale solo perché ama persone del suo stesso sesso – ma a tratti è stato un romanzo anche un po’ lagnoso e in quei punti ho fatto davvero fatica a proseguire la lettura.

A questo punto credo di avere un grande problema con i romanzi definiti “di formazione” perché per ora non ne ho apprezzato davvero neanche uno tra quelli che ho letto.
Se avete consigli, vi prego, scrivetemeli – devo rivalutare il genere.

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