Neanche gli dei di Isaac Asimov
“Neanche gli dei” di Isaac Asimov
Editore: Mondadori
Pagine: 350
Ho
faticato per decidere se parlare o meno di questo libro. Fino alle
ultime pagine dell’ultimo capitolo, infatti, tutto mi era sembrato una
storia. Di fantascienza, che come genere mi piace, con una trama che io
ho reputato interessante abbastanza da trascorrerci un paio di giorni
leggendola, ma una storia. Qualcosa che può piacere o può non piacere.
Cercavo
il senso di questa storia, e non lo trovavo al di fuori della
“semplice” narrazione di un racconto che Asimov aveva immaginato – ma
non ero soddisfatta da questa semplificazione.
Poi, nello scrivere le mie citazioni preferite nel mio quadernetto, qualcosa mi ha colpito.
“Neanche
gli dei” può essere una perfetta metafora per i tempi che stiamo
vivendo – e ne parla anche abbastanza chiaramente nella citazione che ho
riportato in cima – quelli della crisi ecologica ed energetica.
Diviso
in tre parti, racconta non solo di storie umane ma anche di tre storie
aliene nel capitolo centrale, vedendo da prospettive diverse una stessa
invenzione che “collega” due universi differenti – il nostro e l’altro:
diversi fra loro, hanno in comune un problema con l’energia e con la
maniera di ottenere questa energia, almeno fin quando l’altro universo
non si fa sentire dal nostro e un’invenzione è felicemente fatta
capitare in mano ad alcuni scienziati terrestri.
Ma è possibile che tutto sia così facile? Che la soluzione sia così definitiva e non porti con sé altre conseguenze?
Il titolo deriva da una citazione di Schiller che, divisa
in tre parti, dà il titolo alle tre sezioni del romanzo: “Contro la
stupidità neanche gli dei possono nulla” a cui però Asimov aggiunge un
punto interrogativo finale non solo nella frase in sé, ma anche nel
destino dei protagonisti terrestri e quindi dell’universo intero.
A
differenza di altre opere di Asimov, questa è decisamente più scorrevole
e “approcciabile” a chi volesse avvicinarsi ad Asimov ma non sapesse
esattamente da dove iniziare. Se non avete paura di qualche chiacchiera
sulla fisica sparsa qui e lì, consiglio questo libro se non altro per le
riflessioni su quale prezzo l’uomo è disposto a pagare pur di trovarsi
in uno stato di comodità e finta sicurezza.
“È un errore ritenere che l’uomo della strada voglia che l’ambiente sia protetto o che gli risparmino la vita, e che sia grato agli idealisti che lottano per lui a tale scopo. Quello che l’uomo della strada vuole è la sua personale comodità. L’abbiamo imparato anche troppo bene dall’esperienza fatta durante la crisi ecologica del ventesimo secolo.”
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