L'inquilino del terzo piano di Roland Topor

 

“L’inquilino del terzo piano” di Roland Topor
Editore:
Bompiani
Pagine: 160

Edito in Italia anche con il titolo “L’inquilino stregato” il romanzo è ambientato a Parigi e ha come protagonista Trelkowski, impiegato di un’azienda senza nome, che si trova d’un tratto sfrattato e alla ricerca di una casa.
Approda quindi ad un appartamento abitato, fino a qualche giorno prima, da una donna che ha tentato il suicidio gettandosi proprio da una delle finestre comuni del palazzo. Dopo qualche contrattazione con il proprietario – abitante anche lui dello stabile – riesce a strappare un prezzo di favore per l’appartamento, non prima però di aver visitato la suicida all’ospedale.
Simone Choule infatti non è morta sul colpo, ma è entrata in coma.
Completamente bendata e irriconoscibile, in ospedale non ha altre visite se non quella di Trelkowski e di Stella – sua amica, con cui Trelkowski intrattiene una brevissima relazione.

Abitare però nell’ex appartamento di Simone Choule non è facile come sembra.
I vicini di Trelkowski non tollerano alcun rumore e piano piano lui si abitua a farne sempre meno – evitando di avere contatti con quelli che erano i suoi amici; non si accettano comportamenti fuori dalla norma, il rischio altrimenti è quello di essere sfrattato dopo un tremendo ostracismo da parte di tutto il condominio; Trelkowski viene persino convinto a non sporgere denuncia quando qualcuno entra nel suo appartamento e ruba i suoi pochi averi privandolo delle poche cose che lo rendevano lui.
Ormai sempre più isolato e paranoico, sospettoso di chiunque e di qualunque cosa, Trelkowski inciampa in una serie di accadimenti sempre più strani che lo vedono come vittima di tutti i condomini, e l’escalation termina nel modo più violento si possa pensare.

Lettura velocissima e divorata – complice anche una scrittura scorrevole che non fa rendere conto di quante pagine si siano lette in una sola seduta di lettura – “L’inquilino del terzo piano” mi ha tenuta incollata alle pagine e poi mi ha lasciata con numerosi interrogativi.
Non posso parlare troppo di questi ultimi pena spoilerare il romanzo a chiunque mi legga, ma diciamo che la narrazione è ad anello: si interrompe esattamente dove era iniziata.
Soprattutto, però, questa è una lettura che può avere molteplici livelli a seconda di quanto in fondo si voglia arrivare: può essere un horror con elementi paranormali, può essere un thriller con un protagonista psicotico, può addirittura essere una critica sociale ad un mondo che vuole rendere più appetibile alla società chiunque sia un outsider.

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