Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh
Pubblicato su @labibliotecaerrante il 17 settembre 2021
“Il mio anno di riposo e oblio” di Ottessa Moshfegh
Editore: @feltrinelli_editore
Pagine: 240
Una
giovane donna ha da poco perso entrambi i genitori dopo un inizio vita
carico di ottime premesse: è carina, è più che benestante, ha
frequentato uno dei migliori college degli States...eppure da tempo
ormai non riesce a trovare niente di interessante nelle relazioni, nel
lavoro, o in un qualunque passatempo che non sia guardare vecchi film.
Quindi decide di prendersi un anno sabbatico dalla vita.
Perde il lavoro e si chiude in casa, armata di un ventaglio di psicofarmaci.
Vuole dormire per un anno intero e cercare di capire se vale ancora la pena vivere.
Il libro di Ottessa Moshfegh è stato strano, e lo è tutt’ora nella mia testa.
È scritto bene, è scorrevole, ma soprattutto riesce a far entrare il lettore nella testa di una persona che vorrebbe non essere.
È
questo che stranisce: a tratti si ha quasi l’impressione di essere
spettatori di un qualcosa che non dovrebbe essere visto, di guardare
troppo da vicino episodi che dovrebbero essere intimi segreti di un
qualcuno che potrebbe essere ognuno di noi.
Almeno una volta nella
vita abbiamo tutti pensato di volerci prendere una pausa, di voler
dormire per un mese o giù di lì per non affrontare il caos che comporta
essere vivi, le decisioni da prendere, i contatti da mantenere.
I
meno fortunati di noi, anche se magari non grazie a numerosi
psicofarmaci, hanno anche vissuto periodi di isolamento e, magari, di
“imbruttimento” – quello che non potrebbe essere permesso al di fuori
delle mura domestiche, quello che la società non considera “consono”,
quindi anche solo il vestire per troppo tempo una maglia con cui si
mangia-si passa il tempo-si dorme.
Ora, con questo libro, ne siamo
spettatori. Osserviamo lo scorrere del tempo altrui, leggiamo i pensieri
di un qualcun altro senza nome, e di tanto in tanto giudichiamo questa
protagonista che decide di perdersi, per una qualche ragione che non
viene mai spiegata del tutto ma che si riassume solo in una parola:
smarrimento.
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