#Ibridocene di Paolo Iabichino

 

Post pubblicato su @labibliotecaerrante l'8 novembre 2021

#Ibridocene di Paolo Iabichino
Editore:
Hoepli
Pagine: 129

Il saggio breve di Paolo Iabichino altro non è che una serie di riflessioni scritte a margine di dialoghi condotti nel periodo del lockdown del 2020, e apre su molte domande riguardanti l’epoca di cambiamento che stiamo vivendo come razza umana e che – soprattutto – ci stiamo accorgendo di vivere.
Come lo stesso Iabichino sottolinea nelle prime pagine del saggio, mai era capitato che l’umanità si accorgesse così palesemente di un cambiamento di rotta in atto e né tanto meno è mai accaduto che fossero i contemporanei di un’epoca a dover dare il nome all’epoca stessa in cui hanno vissuto. Quest’ultimo è sempre stato compito di storici, antropologi, archeologi e studiosi armati del senno di poi – quindi cosa è cambiato? Come mai ora invece sentiamo di vivere questo strappo così netto rispetto al passato?
La pandemia, il caos che ne è seguito, il lockdown e tutte le sue conseguenze, sicuramente hanno accelerato i tempi e hanno reso lo strappo più palese, ma non sono e non possono essere le cause del nostro navigare verso la Nuova Era. Qualcosa, un’insoddisfazione, serpeggiava in noi e nella società già prima dell’arrivo del covid-19 – e voler tornare al “prima”, alla vita come era prima, ai modelli di business precedenti, potrebbe essere un errore più grande di quanto immaginato e una grandissima occasione perduta.

“Siamo di fronte a un bivio antropologico: da una parte il ritorno alle strade già battute, dall’altra un sentiero dove ci sono solo pochissime tracce, quelle di chi sta provando a mostrare una rotta inesplorata, ma ricca di nuove opportunità.”

Inutile dirlo, l’argomento mi ha trascinata parecchio per le 129 pagine di saggio – complice anche una scrittura asciutta e netta, capace di arrivare dritta al punto.
Le domande che sorgono durante la lettura sono nient’affatto banali, ma anzi dovrebbero essere il fulcro della vita di ognuno di noi e della comunità di cui tutti facciamo parte, prima tra tutti la domanda regina “Dove stiamo andando?” ma priva di connotati moralistici alla “ah, signora mia, ai miei tempi..” e invece applicate al mondo reale, a ciò che ognuno di noi fa e a ciò che ognuno di noi potrebbe fare in un mondo di nuove possibilità.
Dopo il positivo, una nota neutra (non negativa, solo neutra): a tratti ho avuto nettamente l’impressione che questo saggio non fosse indirizzato alla mia generazione che con certa tecnologia non solo è cresciuta ma è anche nata; ho avuto l’impressione – mentre si parlava degli acquisti online e di come si sia evoluto il consumo in tal senso arrivando fino ai negozi Amazon Go, per esempio, o della personalizzazione dell’oggetto del consumo e di come questo porti il valore percepito dell’oggetto ad aumentare per il consumatore – che trattasse con meraviglia di argomenti che sono talmente presenti che sono già quasi un po’ passato. Dati per scontati da persone come me (nel reame dei venti-o-giù-di-lì anni).
#Ibridocene è una lettura che consiglio a tutti, anche a chi non è amante dei saggi.

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