I miti di Cthulhu di Howard P. Lovecraft

 

"I miti di Cthulhu" di Howard P. Lovecraft
Editore: Feltrinelli
Pagine: 284

«Nella sua dimora a R'lyeh il morto Cthulhu attende sognando»

Lovecraft è Lovecraft, non servo certo io a fare da introduzione ad una figura così conosciuta; riconosciuto come uno dei maggiori scrittori horror americani – assieme ad Edgar Allan Poe – e come precursore della fantascienza per come la conosciamo oggi, Lovecraft è stato uno scrittore molto prolifico che ha creato universi interi nelle sue narrazioni infarcite di incubi, di irrequietezza e di quel terrore strisciante che si può attribuire solo all’ignoto, all’affacciarsi oltre il bordo di un abisso talmente profondo da far intravedere solo movimenti nelle ombre.
In questa raccolta in particolare, edita da Feltrinelli per kindle, abbiamo a che fare con una parte degli scritti e racconti riguardanti la cosmogonia degli Antichi, divinità partorite dalla mente di Lovecraft e da lui attribuite al manoscritto fittizio Necronomicon. A capo di questo pantheon di divinità malvagie e venerate da sparute sette di uomini folli, c’è Cthulhu che attende dormiente nella città perduta di R’lyeh.

Si inizia con il racconto breve Nyarlathotep (1920), profeta al cui passaggio ogni città viene colpita da oscure visioni ed incubi che portano i cittadini ad invocare l’insonnia; questo racconto è di poche pagine, ma fa entrare nel mood della narrazione lovecraftiana.
Si prosegue con una breve Storia del Necronomicon con cronologia, e quindi si entra nell’ambito delle vere e proprie storie con L’orrore di Dunwich (1929), L’entità sulla soglia (1933), L’ombra su Innsmouth (1936), Il richiamo di Cthulhu (1928).

Parlare di tutti i racconti qui è impossibile, potete trovare la recensione racconto per racconto sul blog, basti dire che Lovecraft è una garanzia.
Riesce a creare un’atmosfera unica ponendo i personaggi e il lettore di fronte ad un orrore peculiare, quello dell’ignoto che porta alla pazzia perché incomprensibile per le regole di questo universo.

 

Se anche voi, mentre leggete, ascoltate della musica in tema, per la lettura di Lovecraft consiglio questa colonna sonora qui.


------L’orrore di Dunwich------
Dunwich è un villaggio sperduto del Massachussetts, tanto isolato da essere rimasto architettonicamente al XVIII secolo e non aver visto nuovo sangue inserirsi nel pool genetico dei suoi abitanti, rimasto decisamente ristretto con tutte le conseguenze che questo può portare.
Tra le varie famiglie storiche del villaggio c’è quella dei Whateley, padre e figlia, abitanti di una vecchia fattoria fatiscente.
Il padre si vocifera pratichi magia nera e strani riti, mentre la figlia, Lavinia, è conosciuta per le sue camminate sulle colline che circondano il villaggio, e i suoi falò che cadono a cadenza regolare nelle notti di Halloween e Valpurga.
Un giorno Lavinia, ragazza albina nubile e senza frequentazioni conosciute agli abitanti del villaggio, viene avvistata incinta e poco dopo partorisce un bambino scuro e dai tratti caprini.
Il bambino viene chiamato Wilbur e cresce a ritmo spropositato di fronte agli occhi del villaggio.
Mentre Wilbur cresce, suo nonno compra sempre più bestiame senza però che i pascoli attorno alla fattoria siano più abitati del solito, e nel frattempo porta avanti lavori di restauro sulla fattoria.
Il primo piano viene chiuso completamente, le finestre sbarrate, i muri interni abbattuti, l’accesso proibito.
Quando il nonno muore, è tempo per Wilbur di continuare i lavori fino a chiudere completamente la fattoria, mentre intanto studia un antico libro lasciatogli dal nonno.

Nel 1928 qualcosa accade a Dunwich, un orrore che non ha lasciato tracce scritte, che ha lasciato dietro di sè un'indicibile scia di distruzione, e di cui nessuno vuole parlare.


------L’entità sulla soglia------
Il narratore della storia è Daniel Upton che ci racconta gli strani avvenimenti capitati all’amico d’infanzia Edward Derby - un uomo dalla volontà debole, tenuto prima a guinzaglio corto dai genitori preoccupati per la sua salute cagionevole, e poi dalla novella moglie Asenath Waite, di svariati anni più giovane di lui e appartenente ai Waite di Innsmouth.
Se già il nome della cittadina di Innsmouth porta con sé una fama oscura, il nome dei Waite è persino peggiore a causa delle dicerie su Ephraim, padre di Asenath, che si dice sia uno stregone e abbia istruito anche la figlia in antichi e sinistri rituali.
Asenath effettivamente sembra condividere con Edward Derby la passione per l’esoterico che porta poi la coppia ad isolarsi man mano dalla stretta cerchia di conoscenze a cui erano legati.

Mentre ciò accade, Daniel si accorge come Edward stia diventando sempre più strano.
Non soltanto gli incontri tra i due amici d’infanzia diventano sempre più rara, ma Edward si assenta sempre più spesso per “viaggi di lavoro” e viene visto sfrecciare a bordo di automobili che non si sapeva sapesse guidare, pieno di una determinazione che nessuno rammenta di avergli mai visto addosso.
Quando Daniel riesce ad incontrare Edward, inoltre, quest’ultimo parla di oscuri riti, di precauzioni da prendere, di creature orrende, prima di tornare “normale” e quindi minimizzare quanto appena detto.
Dalla casa di Edward e Asenath, inoltre, i cittadini giurano di sentire singhiozzi di pianto – talvolta maschili, talvolta femminili.
Cosa stia accadendo all’interno della villa è ignoto, anche per Daniel che inizia a cercare di rimettere insieme i pezzi dei bizzarri avvenimenti che si susseguono attorno e in presenza dell’amico, compresa una strana e inquietante apparizione sull’uscio di casa Upton nel pieno della notte.


------L'ombra di Innsmouth------

Noto anche come La maschera di Innsmouth, questo racconto vede come protagonista e voce narrante un giovane impegnato in un viaggio in Massachussetts, viaggio che non solo gli interessa come appassionato di architettura ma anche perché legato allo stato per discendenza famigliare.
Arrivato in loco si imbatte così nelle menzioni di Innsmouth, villaggio da cui molti lo mettono in guardia cercando di convincerlo a non visitarlo.
Non segnato sulle mappe, fondato nel 1643, Innsmouth era un centro industriale secondario dalla parvenza e dalla fama piuttosto normali e anonime fino all’epidemia e ai disordini del 1846 che ne spazzarono via metà della popolazione. Da quel momento alcuni polacchi e portoghesi cercarono di insediarvisi, venendo poi dispersi malamente, e gradualmente ma velocemente, Innsmouth si è chiusa in un suo piccolo mondo decadente e semi-distrutto che sopravvive appena grazie alla pesca a largo della Scogliera del Diavolo e che risulta tragicamente ostile agli stranieri che di lì scompaiono frequentemente.

Una volta nel villaggio, il protagonista si scontra non solo con l’aspetto inquietante degli abitanti e quello decadente del centro abitato, ma anche con una sorta di barriera che i primi pongono tra loro e gli stranieri; non parlano con lui, lo guardano con sospetto, e in alcune zone della città (prima tra tutti quella che ospita il Tempio di Dagon, unica religione del villaggio) gli è proibito l’accesso.
Solo Zadok Allen, abitante novantenne di Innsmouth, racconta ciò che è accaduto in quei luoghi nei suoi novantanni di vita, dando il via ad eventi che vedranno il protagonista del racconto braccato dai sinistri abitanti del villaggio ormai trasfigurati in qualcosa che di umano ha ben poco.
L'ombra di Innsmouth - ovvero quel caratteristico e disgustoso aspetto che hanno gli abitanti del luogo - è qualcosa di derivato dall'ambiente o invece è causato dal sangue e quindi insito nella discendenza dei cittadini? Cosa sono i rumori che si sentono provenire da case in teoria disabitate, ma soprattutto è possibile sfuggire ai misteri di Innsmouth e ai suoi segreti?


------Il richiamo di Cthulhu------
Racconto più complesso dei precedenti perché separato in tre linee temporali distinte, lui si merita una recensione a parte che potrete tra pochi giorni sul blog e sulla pagina instagram!

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