Hyperion di Dan Simmons

Pubblicato su @labibliotecaerrante il 10 novembre 2021

"Hyperion" di Dan Simmons
Editore: Fanucci
Pagine: 430
 

Circa 700 anni dopo i giorni nostri gli umani hanno conquistato la galassia e si muovono tra i vari mondi attraverso l’uso di astronavi o di portali; prima dei fatti del libro e della saga, comunque sia, è accaduto il Grande Errore – ovvero la distruzione del pianeta Terra nel mezzo delle sperimentazioni delle singolarità che permettono l’uso di questi portali.

Fin qui Hyperion non sembra altro che uno dei tanti romanzi di fantascienza in cui la razza umana è costretta a sparpagliarsi per l’universo, se non fosse che in questo universo esiste proprio il pianeta Hyperion verso cui i protagonisti del romanzo sono diretti e che per la natura di alcune rovine archeologiche presenti sulla sua superficie si dimostra essere un’eccezione e una singolarità persino in questo universo espanso in cui l’uomo si è spinto dove mai prima d’ora.
Le rovine sono chiamate le Tombe del Tempo, edifici provenienti dal futuro e che si muovono a ritroso nel tempo; tanti sono stati i pellegrinaggi verso queste costruzioni, tutti si sono conclusi in bagni di sangue a causa dello Shrike, un mostro metallico, un essere dalla natura sconosciuta che sembra a guardia di questi luoghi incurante delle leggi della fisica a cui sono legati tutti gli esseri viventi.
I viaggi verso Hyperion sono stati vietati dall’Egemonia, almeno fino ad ora: le Tombe del Tempo stanno per entrare in sincronia con il tempo del resto dell’universo, e quindi aprirsi.

Sono sette i pellegrini di questo viaggio: un console, un sacerdote cattolico, un colonnello della FORCE:spazio, un anziano poeta nato sulla Terra, un filosofo, un’investigatrice privata e un templare. Ognuno di loro ha una motivazione per recarsi alle Tombe del Tempo e quindi rischiare la vita ben sapendo che sei di loro moriranno e solo il settimo vedrà avverarsi un suo desiderio, e l’Egemonia stessa ha un suo fine: evitare che gli Ouster, forza ostile, invadano il pianeta.
C’è un traditore dell’Egemonia tra loro e l’Egemonia lo sa, una spia Ouster, e ognuno dei pellegrini racconterà la propria storia agli altri.

Quando ho trovato, per caso, questo libro sono stata attratta dai suoi rimandi a Keats – che continuano per tutto il libro, non fermandosi solo al titolo – e iniziando a leggere ricordo di essere rimasta perplessa di fronte al primo capitolo. Cosa sia successo dopo non lo so, sta di fatto che mi sono innamorata di questa prima parte della saga.
Hyperion costruisce un universo complesso ed intricato, inquietante a tratti e non solo per la presenza incombente dello Shrike a cui i protagonisti si avvicinano capitolo dopo capitolo, pieno di giochi di potere e di sospetto.
A tratti sembra un giallo, la scoperta della spia Ouster non è per niente scontata e quasi ci si dimentica di questa mentre i sette pellegrini raccontano di come siano finiti, ognuno a modo loro, in questo disperato viaggio verso l’ignoto o una morte terribile.
Tutti loro hanno motivazioni, ma sono motivazioni del tutto umane, condivisibili, ci si immerge totalmente nei racconti e nelle vite dei sette, scoprendo man mano angoli di questo universo espanso in cui l’essere umano ha conquistato tutto il conquistabile, eppure rimane sempre imperfetto. Rotto.

Come sempre, gli scrittori di fantascienza scrivono di alieni e pianeti lontani, ma alla fine parlano dell’animo umano, anche se fanno giri ampissimi per arrivarci.
È quello che mi ha fatta innamorare pazzamente di questo genere e di questo libro, tra gli altri.


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