Donne, razza e classe di Angela Davis
Pubblicato su @labibliotecaerrante il 22 settembre 2021
Editore: Edizioni Alegre
Pagine: 304
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uno dei libri considerati pionieri del femminismo moderno non è facile,
e si rischia facilmente di ricadere nella lode superficiale senza
analizzare davvero quello che è un testo che, a mio parere, tutti
dovrebbero leggere e che, pur essendo stato pubblicato nel 1981, risulta
attuale e può risultare attualissimo in Italia in questo momento
storico che vede numerose onde migratorie che arrivano fino alle nostre
coste.
“Donne, razza e classe” infatti non è un solo testo femminista, ma tratta quella zona troppo spesso in ombra in cui sessismo, razzismo e classismo si fondono creando un idra che – come ci ricorda Angela Davis – deve essere affrontato nella sua interezza per poter essere sconfitto.
Non è possibile, come hanno fatto le attiviste femministe del 1800 e del 1900, dimenticare le donne non-bianche e operaie, se si parla di femminismo.
I diritti della donna bianca di buona famiglia e con una buona educazione non possono essere più importanti della donna nera, della donna asiatica, della donna non istruita e della donna operaia in fabbrica – e se i diritti di alcune donne sono resi più importanti di quelli delle altre, allora si sta solo portando avanti una forma diversa di oppressione, non una liberazione dal patriarcato.
Ancora oggi i discorsi della Davis sono attuali, in un mondo che vede misoginia, classismo e razzismo fortemente concatenati e non meno radicati di prima, solo più silenti e subdoli nell’agire.
Nessuna deve rimanere indietro, per nessuna ragione.
“Donne, razza e classe” infatti non è un solo testo femminista, ma tratta quella zona troppo spesso in ombra in cui sessismo, razzismo e classismo si fondono creando un idra che – come ci ricorda Angela Davis – deve essere affrontato nella sua interezza per poter essere sconfitto.
Non è possibile, come hanno fatto le attiviste femministe del 1800 e del 1900, dimenticare le donne non-bianche e operaie, se si parla di femminismo.
I diritti della donna bianca di buona famiglia e con una buona educazione non possono essere più importanti della donna nera, della donna asiatica, della donna non istruita e della donna operaia in fabbrica – e se i diritti di alcune donne sono resi più importanti di quelli delle altre, allora si sta solo portando avanti una forma diversa di oppressione, non una liberazione dal patriarcato.
Ancora oggi i discorsi della Davis sono attuali, in un mondo che vede misoginia, classismo e razzismo fortemente concatenati e non meno radicati di prima, solo più silenti e subdoli nell’agire.
Nessuna deve rimanere indietro, per nessuna ragione.
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